Il corredo (fotografico) in una trousse è comodo, si stiva in qualsiasi stipetto, si mimetizza bene ma non è agevole da portare appresso. E poi camminare nella natura o in una città con una trousse da toilette in mano non è il massimo dell’eleganza. Quindi?
Quindi bisogna trovare dove mettere il tutto: fotocamera, obiettivi, card e pile di scorta, eventualmente lo scatto a distanza e il piccolo cavalletto. Il resto si lascia in camper; di fatto nulla o quasi, cioè solo caricabatterie e cavetti.
Bene, che si fa’?
Ovvio, si toglie tutto dalla trousse e lo si mette in una borsa fotografica nuova fiammante!
No scherzavo, ovviamente!
La prima regola è non apparire come fotografi, MAI.
Se vedete in giro un tipo con una borsa enorme piena di obiettivi, un grosso cavalletto appresso e un teleobiettivo gigantesco non potete non notarlo, giusto? Bene come voi lo notano anche i malintenzionati la cui attività è lo scippo.
I fotografi di viaggio, quelli per cui un furto dell’attrezzatura vuol dire un lavoro perso, cercano di non farsi notare. Per loro, che magari hanno l’attrezzatura coperta da assicurazione, il problema non è tanto perderla, ma non poter più fotografare.
Per noi camperisti è lo stesso, oltre al fatto che non abbiamo l’assicurazione: significa rovinarsi una parte della vacanza ed essere costretti a scattare con il cellulare.
I fotografi di viaggio usano in genere mascherare con nastro adesivo nero opaco da elettricista la marca della reflex ben in vista sul pentaprisma, che attira i ladri. I quali, in genere, non si intendono di fotografia, ma il ricettatore gli ha detto che paga bene Canon™ o Nikon™… Poi più la macchina appare piccola e malmessa meno è quotata.
Andrebbe evitata ovviamente la cinghia di trasporto brandizzata con la nota marca di reflex e sostituita con una anonima.
Inoltre se vi fate notare come fotografi la gente guarda in macchina e appare innaturale, specie ora che non ci sono più turisti in giro con le compatte a fare fotografie. Si passa inosservati se si fotografa con il telefonino, si viene notati se si ha in mano una reflex.
Non ho nulla contro le borse fotografiche, che sono comode per prendere al volo l’attrezzatura, ma provate a portarla per una giornata a tracolla o su una sola spalla e poi ne parliamo.
Veniamo al dunque, se non usiamo una borsa cosa usiamo?
L’alternativa è uno zaino fotografico, che è più sicuro contro lo scippo, ma scomodo più o meno quanto le borse.
Obbliga infatti a:
- toglierselo per cambiare ottica
- appoggiarlo in terra (magari sul fango) per prendere il contenuto
- distrarsi a scattare lasciando lo zaino a terra e facilitando il furto
Per il punto uno l’alternativa è chiedere al proprio partner di fare l’operazione per voi, tenendo lo zaino sulle spalle, ma al terzo giorno si rischia l’ammutinamento; peraltro motivato da “sfruttamento illecito di compagno di viaggio” un grave reato del Diritto Camperistico Mondiale.
Per il punto due il rischio è che si capovolga nel fango (in ossequio alla Legge di Murphy) o che cada dal parapetto su cui lo abbiamo appoggiato (in ossequio alla Legge di Gravità di Newton).
In genere vince Murphy.
Poi, se avete evitato i problemi al punto uno e due e se fate da voi la trafila dello zaino a spalla tolgo-apro-cambioottica-chiudo-rimetto, al quinto giorno sicuramente non ne potete più e lasciate in camper zaino e fotocamera.
Direte: ma tanto se sto in giro una giornata uno zainetto ce l’ho dietro di sicuro, con dentro felpa, borraccia, barrette, merenda, crema solare, ecc. Beh, vedete voi, ma io la reflex e gli obiettivi non li metterei a rischio liquidi sversati e/o merendina sciolta dal caldo… poi la crema solare non gli fa proprio bene.
Ecco che arriviamo all’abbigliamento del camperografo (terribile neologismo inventato dal sottoscritto che, da quando non è più un povero ragazzo e scrive per i giornali, le prova tutte per farsi notare e cercare di vincere un Pulitzer).
Allora, fedeli al detto che una persona elegante è sempre vestita in armonia con la situazione, vediamo cosa scegliere dal capiente armadio del nostro camper. Eviterei lo smoking, che sicuramente indosseremo durante la cena romantica sotto la torcia tuttofare…
Non possono mancare quindi nella dotazione abiti dotati di ampie tasche, adatte a contenere tutto e renderlo immediatamente disponibile.
Uno scatto è uno scatto, non rischiamo di perderlo nella trafila del togli e metti dallo zainetto.
Un raggio di luce giusto sul paesaggio magari dura un attimo, l’espressione dei bambini muta subito, fermarsi ogni pochi metri è estenuante. Si deve scattare al volo: o si coglie l’attimo, o ci si rovina la vacanza.
Io quando scattavo per mestiere usavo un giubbotto da fotografo, di quelli con molte tasche e taschine, che costano un botto. Sono però vistosi e quando ne usavo uno che aveva sulla schiena bene in vista la marca di una nota ditta di reflex non so perchè ma tutti mi guardavano…
Poi sono passato a un giubbotto anonimo, poi a un comune giubbotto da pescatore. E con questo ho continuato per anni. Le tante tasche permettono di riporre card, pila di scorta e cavalletto. Per fortuna con il digitale non abbiamo più dietro i rullini con tutto il loro ingombro (che comunque potete mettere nello zaino con la merenda tanto sono protetti dagli scatolini). Anche i filtri sono ridotti all’osso o eliminati, quindi poca roba…
Adesso al giubbotto affianco dei pantaloni con ampie tasche, lunghi o shorts o con la zip che li converte da lunghi a corti in un attimo. Sempre di più uso solo i pantaloni per tenere le due ottiche nelle tasche laterali e la tasca più capiente del giubbotto da pesca per la fotocamera con montata l’ottica che penso mi sia più utile al volo. Oppure non metto neanche il giubbotto e uso un tascone della felpa per la fotocamera e metto pila, card e cavalletto in una tasca laterale dello zainetto.
Ah, non dimenticatevi il cappellino: il sole sulla cabeza è fastidioso, soprattutto se come me siete vintage e spelacchiati.
Se fa freddo, come in montagna, oppure piove, potete sempre mettere tutto nelle tasche del giubbotto da pesca con sopra giacca a vento o piumino.
Una cosa importante: attenzione alla condensa. E’ vero che le fotocamere e gli obiettivi sono più o meno protetti, ma comunque non gli fa bene. Quindi regolatevi in modo da non esporli a contatto del corpo ad un surplus di umidità prodotta dalla vostra attività fisica. Ricordatevi poi che la lente frontale dell’obiettivo (o il filtro anti-UV di protezione) se sono umidi per un impercettibile velo di condensa ed esposti al freddo gelano. Ovvero gela la condensa, provocando un più o meno gradevole o detestabile effetto flou. In questo caso non azzardatevi a pulirli, asportando il velo ghiacciato provochereste abrasioni agli strati antiriflesso. Aspettate che sgelino da soli.
Così facendo trovate tutto l’abbigliamento che vi serve nei vari punti vendita delle note catene per il tempo libero, nei negozi di caccia e pesca, in quelli di abbigliamento sportivo. Se un capo vi si rompe in viaggio costa poca fatica e spesa ricomprarlo al volo.
I vantaggi:
- non apparite come fotografo
- l’attrezzatura si mimetizza in fretta se non vi sentite tranquilli in una zona a rischio furti
- non rischiate l’ammutinamento dei compagni di viaggio
- evitate i noti problemi legati alle leggi di Murphy e di Newton
- evitate di trovarvi nello zaino la reflex e le ottiche nutellate, cochizzate, aranciate, maionesate (urka oggi sono un vulcano di neologismi, il Pulitzer si avvicina…)
- evitate di stufarvi con togli-e-metti lo zaino
- avete facilmente con voi sempre pronta l’attrezzatura
- soprattutto non vi stancate inutilmente e siete più pronti e meno pigri per scattare foto
- non costa molto, soprattutto perchè tanto i vestiti dovreste usarli, non credo usiate uscire nudi
Buona luce a tutti…
Le puntate precedenti sono:
Il corredo in una trousse
Usiamo il corredo
Usiamo i teleobiettivi
Usiamo i grandangolari