Dopo aver fatto pratica con il normale è il momento di provare altro, di usare lo zoom, ma non per zoomare…
No non siamo ancora autorizzati ad usare quella ghiera tentatrice, quella che in un attimo ci porta a ridosso del soggetto senza muovere le gambe.
Troppo comodo!
Nei due precedenti articoli Il corredo in una Trousse e Usiamo il corredo ho descritto un corredo molto completo basato su una reflex DX, che occupa poco spazio, e come iniziare a fare pratica con gli zoom: cioè incominciare NON USANDO LO ZOOM.
Sembra un controsenso ma è il modo in cui si insegna fotografia nelle scuole professionali: si usa una focale con diversi soggetti e se ne inizia a conoscere pregi e difetti. Si lavora con le focali fisse (o con lo zoom bloccato, che è lo stesso).
Budapest, focale equivalente FX 100mm. E' evidente l'effetto di schiacciamento dei piani
Adesso è la volta di usare le “focali lunghe”, che è il termine corretto, ma va bene anche chiamarli “tele”. Sono quelle dopo il “normale” (che è la focale 30mm nel DX e 50mm nel FX). Facciamo quindi un salto in avanti e passiamo al cosiddetto “medio tele”, più correttamente “focale da ritratto”. Stiamo parlando dei 50-70mm nel DX e 80-105mm per FX.
Sono le più corte delle “lunghe focali”, sono quelle più adatte al ritratto mezzo busto o al volto di una persona. Magari girando la fotocamera in verticale, cosa naturale oggi che tutti scattano con il cellulare, ma meno intuitiva usando la fotocamera.
Danno ottimi risultati anche negli altri generi fotografici, dal paesaggio all'architettura.
Quindi togliamo lo scotch, portiamo la ghiera dello zoom su 50-70mm per DX o 80-105mm per FX, o poco più, e rimettiamocelo subito. In alternativa si può usare lo zoom teleobiettivo, focale 50-200mm per DX o 75-300mm per FX, partendo dalla focale minima.
Perché questa scelta? Perché queste focali per il ritratto?
Semplice: perché gli obiettivi di lunga focale hanno una caratteristica estetica importante:
- inquadrano un campo più limitato
- obbligano ad allontanarsi dal soggetto
- comprimono la prospettiva
Per riempire il fotogramma con il volto di una persona è meglio non stare troppo vicini con una focale normale o, peggio, corta a meno che non vogliate fare la foto con il nasone (lasciate perdere i selfie, il cellulare è un altro strumento fotografico, ne parleremo…).
Ecco l'effetto delle diverse focali nel ritratto: rispettivamente DX 18mm-35mm-55mm-70mm-85mm-200mm che in FX corrispondono a 27mm-55mm-80mm-105mm-150mm-300mm. La statua in onore al patriota Maurizio Quadrio si trova a Sondrio
Per un buon ritratto partite con un 50mm DX o 75mm FX e non andate oltre la focale 80mm DX o 135mm per FX. Usereste una lunga focale “troppo lunga” per un ritratto classico, con il risultato di comprimere troppo la prospettiva, appiattendo il soggetto. Ciò porta ad allargare molto il viso del soggetto, facendolo sembrare un po’ sovrappeso…
Dopo aver fatto pratica con il ritratto togliamo lo scotch e zoomiamo verso il fondo, verso i valori elevati dello zoom 100-200mm per DX, 200-300mm per FX.
Però adesso ce lo rimettiamo nuovamente questo pezzetto di scotch… così impariamo che il tanto sospirato lungo teleobiettivo in realtà è un bel peso da gestire.
Già perché adesso è tutto vicino, ma si vede solo un pezzetto del soggetto. Per inquadrarlo tutto dobbiamo camminare ancora, questa volta all’indietro (senza cadere nel burrone…).
Così facendo intanto smaltiamo la ciccia e ci facciamo venire fame (vedere le ricette nella sezione due fuochi), poi impariamo che il soggetto si schiaccia contro lo sfondo, il quale si sfoca più facilmente.
Da ciò impariamo che le lunghe focali:
- hanno angolo di campo estremamente ridotto
- si scatta lontano dal soggetto
- lo sfondo è facilmente sfocato a causa della ridotta profondità di campo
Poi, non trascurabile: più lunga è la focale più si vede l’effetto mosso, quindi più breve deve essere il tempo di scatto. In genere la regola empirica è quella di usare un tempo di posa che sia “1/lunghezza focale”: per un 200mm usare 1/200s, ecc.
Vengono molto utili, se non indispensabili, i sistemi VR (riduzione delle vibrazioni) che permettono di scattare a mano libera con tempi lunghi senza aumentare gli ISO (meno rumore) quando c’è poca luce.
Moneglia all'imbrunire. Obiettivo AF-S Nikkor 55-200mm DX VR a 95mm (equivalente a 145mm su FX), f/4.2 T:1/6s a mano libera. Solo il VR permette questo exploit.
L’effetto estetico dei tele è:
- isolare un particolare sfocando lo sfondo
- schiacciare la prospettiva
Non vanno usate per la pigrizia di avvicinarsi al soggetto, ma perché il soggetto e, soprattutto l’interpretazione che ne vogliamo dare, richiede quest’estetica dell’immagine.
Pino mugo, sullo sfondo il lago di Livigno ripreso da un sentiero sopra l'area di sosta di Passo Eira. Obiettivo Nikkor 200mm f/4 su FX (equivalente a 120mm su DX), f/5.6 T:1/500s
Ci sono poi delle situazioni, come la foto sportiva, dove è assolutamente necessario usare zoom teleobiettivi perchè:
- non ci si può proprio muovere dalla propria postazione
- il soggetto si avvicina o si allontana rapidamente
- non c’è il tempo per cambiare fisicamente obiettivo.
In questo caso siete autorizzati a fare un uso smodato della ghiera dello zoom, ma non abituatevi troppo!
Per questa foto ho usato una focale fissa da 300mm su FX (equivalente 200mm su DX), scattando a 1250 ISO 1/640s f/4.5 alle 22:13 del 22 agosto 2015 da una collina durante una manifestazione area (Luca Bertossio, campione di volo acrobatico su aliante).
Ecco di seguito due modi di raccontare lo stesso soggetto: annegato nell’ambiente con il grandangolare e in risalto con il tele. Spesso è bene fare tutte due le foto per una descrizione completa di quello che si vuole comunicare a chi guarda e non era presente.
Laghetto vicino al Castello di Tarasp (Scuol, CH). Immagini prese rispettivamente con focale 18mm su DX (27mm su FX) e 200mm su DX (300mm su FX).
E’ più facile imparare ad usare i luoghi fuochi che i grandangolari, con il prossimo articolo vedremo perché… buona luce a tutti!