Fotografia

Dopo aver comprato la reflex, gli zoom grandangolare e tele, come sfruttarli al meglio? Impariamo a usarli in modo intelligente senza cedere alla pigrizia…

Nel precedente articolo Il Corredo In Una Trousse ho descritto quella che è la mia dotazione fotografica da viaggio: una reflex formato DX da 24 megapixel con un intervallo di focali coperte da 10mm a 200mm, che corrispondono a circa 15mm-300mm per il formato Leica o FX.
Perché tanta abbondanza? Perché usare una focale piuttosto che un’altra produce una diversa estetica dell’immagine, che è quello che conta.

In genere quando si guarda un sito o un depliant di un corredo di ottiche ci si imbatte in una sequenza simile a questa che, come dicevamo da ragazzi, fa fine e non impegna…

Visualizza bene l’intervallo delle focali DX da 20mm a 200mm (da 30mm a 300mm per FX). In particolare (fra parentesi il corrispondente FX): 20(30)mm - 24(35)mm - 35(50)mm - 50(75)mm - 70(105)mm - 100(150)mm - 130(200)mm - 145(210)mm - 200(300)mm
Fa molta scena e fa venire voglia di avere di tutto, di più…
In realtà, come vedremo, avere un corredo così ampio non assicura di fare belle foto: la potenza è nulla senza controllo.

I professionisti comprano gli obiettivi per quello che devono fare, non per avere un corredo da sfoggiare. Ho conosciuto fior di fotografi che hanno lavorato una vita con uno, due o massimo tre obiettivi. Intesi come focali fisse: 35mm f/2, 80mm f/1.4, 200mm f/4, ecc.
Uno che faceva foto allo stadio e usava il 300mm f/2.8 per fare primi piani o al massimo figure intere dei giocatori, che poi rivendeva ai giornali; un’altro che ha lavorato per decenni per le migliori riviste di viaggio e turismo con tre focali fisse: 28mm, 50mm, 135mm.
Parlo degli albori della fotografia, poco dopo che io suggerissi a Daguerre come incidere le sue lastrine di metallo dopo averle sensibilizzate (va beh, non è andata proprio così…), quando si usavano le focali fisse perché gli zoom non avevano la qualità di quelli di oggi.

Giusto per far capire la potenza delle ottiche attuali: questi particolari sono presi dalle foto originali della sequenza della zoomata, estraendo un particolare corrispondente nelle due immagini: la prima è un particolare della foto fatta con il grandangolare 20(30)mm, messo a confronto con la stessa area della foto scattata con il 200(300)mm, entrambe a una distanza dal soggetto di circa 1km.

Sembra fantastico, ma NON è la ragione per cui comprare gli zoom.

Veniamo al dunque: gli zoom servono per avere in poco spazio un intervallo di focali ampio e, soprattutto, sempre pronto all’uso senza dover sostituire l’ottica sul più bello. Proprio quello che serve a noi camperisti, che non sappiamo mai in anticipo cosa troveremo nelle nostre avventure: se ci servirà un tele per schiacciare la prospettiva e isolare un particolare, oppure un grandangolare per esaltare il primo piano di un soggetto mettendolo in evidenza.
Questo è di fatto il motivo estetico per avere a disposizione tante focali: scegliere al volo cosa e come comunicarlo.
NON PER STARE FERMI E ZOOMARE PER PIGRIZIA.
I professionisti di fronte al soggetto zoomano poco, solo per piccoli aggiustamenti, per non lasciare nulla fuori dall’inquadratura o escludere un particolare inutile o fastidioso. Si avvicinano o si allontanano, camminano, si spostano, sanno la distanza giusta e la focale da usare per quel soggetto e per quello che vogliono dire.
Come si impara? Con qualche semplice regola, tanta pratica e, soprattutto, guardando tante foto…
Ecco alcune “dritte”.

Le Château-d'Oléron all'imbrunire - 50mm su FX , anche questa focale può dare delle belle soddisfazioni

1 - Muovete le gambe non la ghiera dello zoom
Iniziate con una focale intermedia, il “normale” (50mm su FX o 30mm su DX; per approfondire andate a questo link nella parte in cui si parla di ottiche in rapporto alla visione umana).
Applicate un giro di nastro adesivo da imbianchino (quello di carta che non lascia residui) sulla ghiera dello zoom e per tutto il giorno fate solo foto con quella focale.
Anche il normale può dare delle belle soddisfazioni: lavorate sull'inquadratura e sulla luce...
Vi perderete molte belle foto, non cedete alla tentazione, cercate in tutti i modi di portare a casa un risultato (beh se proprio vedete l’Enterprise che atterra e Spock che scende davanti a voi siete autorizzati a rimuovere lo scotch, fare una foto e poi rimettercelo subito).
Eh no! Non barate ho detto proprio l’Enterprise e Spock, solo in questo caso…

2 - Usate il diaframma assieme alla focale
Sempre con lo scotch e il normale passate dalla funzione di completo automatismo (pallino o rettangolo verde o altro) sulla ghiera delle modalità ad un’altra modalità: A, che sta per Aperture o apertura di diaframma, priorità di apertura.

Scegliete un soggetto che abbia un primo piano, un piano intermedio, uno sfondo.
Mettete a fuoco il primo piano e scegliete un valore grande tipo f/22.
Scattate.
Poi ripetete a f/4 o simili (tutta apertura).
Vedrete una differenza fra il primo piano a fuoco e lo sfondo sfocato a f/4, rispetto a f/22 dove tutto è più nitido.

Se non funziona: o il primo piano non è abbastanza vicino o non lo avete messo bene a fuoco…

Ripetete il tutto mettendo a fuoco lo sfondo.

Questo vi farà capire come usare l’apertura del diaframma e la focale, come usare la “profondità di campo selettiva” a fini estetici, una cosa che i registi usano molto bene (a parte nei programmi TV dozzinali).

3 - Quando padroneggiate il normale, solo allora togliete lo scotch per rimettercelo ad un’altra focale, ma questo in un secondo articolo… per ora avanti così e buona luce!

Continua nella terza puntata: Usiamo i teleobiettivi

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